15 apr 2013

*La casa impossibile* e *I vestiti impossibili* di Chiara Rapaccini

Oggi vi consigliamo due libri di Chiara Rapaccini, La casa impossibile e I vestiti impossibili (cercateli nelle Biblioteche di Roma consultandone l'opac).

Nel 1991 avevo sette anni e mia mamma mi comprò due libri fantastici di Chiara Rapaccini, freschi di stampa per Emme Edizioni: La casa impossibile e I vestiti impossibili. Dietro quella parola, impossibile, ho scoperto tutto ciò che volevo, ovvero tutto l'immaginabile. 
Visto che a questi due libri son particolarmente affezionata, ho pensato di non risparmiare qualche particolare sentimentale: me ne scuso un po'.

Ma prima qualche dato: La casa impossibile è fuori catalogo, mentre I vestiti impossibili è stato di recente pubblicato dalla Salani.
La casa impossibile è un catalogo di invenzioni per rendere un abitacolo grigio e noioso una tana di animaleschi elettrodomestici, un rifugio da favola, un oceano di avventure. I vestiti impossibili fa lo stesso gioco fantastico immaginando tutte le possibili alternative a un grembiule blu. 

A me questi libri sono stati capaci di parlare dritto al cuore: mi dicevano che anche a loro capitava di voler rovesciare tutto, fare le cose da capo e al contrario, di inventare accostamenti nuovi. 
Eppure non è che vivessi in una casa uguale alle altre, e per quanto riguarda i vestiti... anche se a scuola dovevo portare il grembiule, a casa mia madre mi aveva riservato un cassettone di travestimenti (gonne da zingara, vestiti di carnevale, scialli, accessori, foulard e tulle da confezione) grande attrattiva per me e le mie amiche, che passavamo il pomeriggio a inventare personaggi, accostamenti inusuali, storie e abbinamenti di colore. Questi libri parlavano di qualcosa che conoscevo bene: la voglia di rompere gli schemi. 
Ecco, questo libro mi piaceva e mi piace ancora perché tocca una corda sensibile per tutti i bambini: la frustrazione tra la volontà ferrea di inventare qualcosa di fantastico e l'opposizione cieca di genitori e insegnanti, dei grandi, quando dicono "impossibile". 

Due libri insomma dedicati a tutti i bambini, e a quelli che vogliono inventare elettrodomestici utilissimi come l'arrotola forchette e il reggigomito, che non possono fare a meno di avere un bagno sottomarino, che al proprio compleanno indossano la torta in testa e hanno una corona per rendere i genitori docili. 
Il lettore che propone questi albi illustrati crea un'immediata complicità con i suoi lettori che si divertiranno a concretizzare questi giochi d'immaginario osservandone da vicino i particolari più minuti delle illustrazioni. Poiché Chiara Rapaccini usa lo spazio con grande consapevolezza grafica, arriva a rimpricciolire il punto di vista. Si noti per esempio che i bambini de La casa impossibile, tutti intenti in brulicanti attività e giochi, risultano piccoli davvero rispetto alle stanze trasformate in teatri del loro immaginario.
Per questo, per far apprezzare il piacere di cogliere gli spassosi particolari impertinenti di Rap, si consiglia all'operatore di leggere questi libri in piccoli gruppi, magari con i primi bambini arrivati alle letture, o un giorno piovoso in cui sono meno del solito...
Si consiglia inoltre di accostare altri libri di Chiara Rapaccini, in cui è autrice o illustratrice accanto a altri autori (per esempio le filastrocche di G. Rodari, L'omino delle nuvole, Editori Riuniti 1991).

Il genitore che offre questi libri al bambino si dispone all'ascolto, dice al bambino che è disponibile a immaginare insieme a lui. E che nulla è così impossibile! 
Offrire al bambino carta e penna per inventare come vorrebbe i suoi spazi potrebbe essere l'occasione per creare storie fantastiche ad ambientazione casalinga. E giocare, costruire una capanna in salotto, leggere altri libri... magari arrampicati sulla credenza. A La casa impossibile in questo percorso si potrebbe accostare Due scimmie in cucina di Giovanna Zoboli e Guido Scarabottolo (Topipittori 2006, esaurito ma presente nella maggior parte delle biblioteche).
Il genitore che offre I vestiti impossibili potrebbe divertirsi a raccogliere vecchi cappelli, teli e stoffe per costruire un cesto di vestiti immaginari per inventare personaggi e storie. E poi (magari!) scrivere due righe qui nei commenti del blog, per condividere con noi e gli altri lettori le proprie esperienze di lettura e di gioco.


Leyla Vahedi


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