9 dic 2013

LEGGERE PER LEGGERE/4 Che genere?

"Se la lettura viene vista come un'attività connotata dal punto di vista del genere, la nostra società è in pericolo" 
M. Fox (in un capitolo dedicato a "i maschi e la lettura", pp. 110-121, Baby prodigio

Alcuni bambini vengono in biblioteca esclusivamente col papà.
Per esempio c'è un papà che viene perché "è forzuto" e quindi in grado di caricarsi le tonnellate di albi e dvd che i suoi figli prendono in prestito con le tessere di tutta la famiglia (con grande disappunto delle bibliotecarie al front office).
C'è un nonno che affianca sempre più spesso la mamma alle letture e addirittura prende appunti sui libri che vengono proposti.
Un altro papà ancora mette a disposizione il suo smartphone per cercare nel catalogo on line i libri da leggere che la lettrice non trova... a questi papà, nonni, babysitter maschi che abbiamo incontrato nel corso delle attività di promozione abbiamo dedicato la bibliografia Un papà tutto mio, che trovate qui



Notando che, in un settore comunemente percepito come femminile, alle nostre letture si stanno avvicinando sempre più papà e nonni, abbiamo raccolto un po' di storie, dalla nostra esperienza, dai blog, e chiedendo a alcuni genitori chi legge a casa, per indagare se e come i ruoli di genere si assestano intorno alla lettura. Se volete collaborare rispondendo al questionario indirizzato ai genitori scriveteci a straccialacarta@gmail.com

Ugualmente abbiamo notato che quando è un operatore a fare le letture o altre attività creative, si genera un'atmosfera frizzicorina e divertita da parte dei bambini, come se fosse in atto una sovversione di un codice non scritto: dell'infanzia si occupano le donne. E di lettori e operatori fantastici, ne abbiamo incontrati!

Girando abbiamo scoperto un papà blogger che dalle pagine di Capitan daddy, racconta del proprio tempo con i figli e dice: "Mi sono convinto che [io e la madre] in fin dei conti siamo interscambiabili, ciascuno con le proprie peculiarità, con caratteristiche individuali che restano molto personali e non dipendono dal genere o dal ruolo svolto; perciò non è vero che la madre può farla solo lei e non è vero che il padre lo può fare solo lui. Se penso alle cose che faccio per i miei figli, non c’è qualcosa che delegherei alla loro madre in quanto tale e non per una forma di egoismo o di egocentrismo, non perché voglio sentirmi il papà figo della situazione, ma semplicemente per il fatto che mi viene spontaneo pensare che se i miei figli hanno bisogno di qualcosa e lì ci sono io, perché dovrebbero aspettare per chiederlo a qualcun altro? Forse è una banalità però credo che l’impegno dedicato alla cura dei propri cari dovrebbe essere indipendente dal sesso e dal genere delle persone"

A Caterina, mamma di tre piccoli lettori con cui scrive il blog LIBERE LETTERE, chiediamo chi legge in famiglia, se lei o il papà: 
"Sono io a leggere più frequentemente. Credo sia un misto di abitudine familiare (a casa mia si leggeva molto a voce alta, a casa del mio compagno no) e di ruoli che abbiamo assunto nella pratica (nel senso proprio che io preferisco mollargli la cucina da fare ed andare a letto a leggere, veramente). 
Però anche se non con la stessa frequenza, leggiamo entrambi; la differenza sta nel fatto che a me piace di più mimare, interpretare, mi faccio coinvolgere di più dal libro."

Una mamma di due bambini assidui frequentatori della biblioteca, racconta del papà -altro assiduo frequentatore-: "Legge [ai ragazzi] più di me! Quando è a casa in genere io approfitto per sbrigare mille cose e i bimbi stanno con lui e giocano, leggono… Devo dire che è più bravo di me e le loro letture sono più “recitate”. Abbiamo cominciato a leggere a alta voce insieme e abbiamo conservato questa abitudine da quando ero incinta del primo figlio: leggiamo a alta voce, o meglio, lui legge e io ascolto (a volte lavorando a maglia), all’epoca era anche un modo per far sentire al piccolo nella pancia la voce del papà. Poi abbiamo continuato e leggere storie insieme è una cosa che ci piace molto. Per i bimbi abbiamo iniziato a leggere intorno ai sei mesi."

Segnaliamo che l'Associazione Hamelin di Bologna sta formando insegnanti dei nidi e delle scuole d'infanzia attraverso il corso Quanti siamo in casa. Formarsi nelle differenze. A partire dallo strumento privilegiato del libro, delle immagini e della narrazioneil corso affronta tematiche articolate e complesse come la costruzione dell’identità di genere, la convivenza delle diversità, le nuove forme di famiglia. Ogni incontro prevede una prima parte frontale teorica e una seconda parte di confronto in aula. Durante il corso si lavorerà alla creazione di una bibliografia condivisa di testi efficaci, validi e riproponibili in classe. Per saperne di più, leggi qui.

L'indagine multiscopo Aspetti della vita quotidiana, condotta dall'Istat nel 2011, ha evidenziato che: "Il 76,8% dei bambini dai 3 ai 5 anni sente leggere dalle mamme fiabe e storie una o più volte alla settimana; tra i 6 e i 10 anni la percentuale si attesta al 43,3%. La quota di bambini ai quali i padri leggono fiabe e storie è invece inferiore di circa 29 punti percentuali nella classe 3-5 anni e di 20 punti percentuali in quella 6-10 anni. Anche per quanto riguarda le storie inventate o 15 raccontate piuttosto che lette, le differenze permangono: i bambini le ascoltano nel 44,1% dei casi dalla mamma e nel 26,4% dal papà". Per saperne di più, vedi qui.

Per approfondire: S. VALENTIN,. Prima delle parole, Urra 2011
il già citato M. FOX, Baby prodigio. I miracoli della lettura a alta voce, Il Castoro, Milano 2011, di cui abbiamo parlato qui
 


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